Il Caucaso Minore, fra Ararat e Mar Caspio. Intervista con Henry Mix

foreste di ginepro, steppe, laghi poco profondi e zone semidesertiche racchiusi fra bibliche montagne innevate. Con il film Il Caucaso Minore, fra Ararat e Mar Caspio – in proiezione stasera, sabato 18 novembre - il regista Henry M. Mix ci porterà ad esplorare un angolo di mondo fra Armenia, Georgia e Azerbaijan, che ha risvegliato l'interesse del suo team durante la lavorazione di un documentario sul Gran Caucaso. «Abbiamo scoperto che l'intera regione merita davvero un approfondimento, e ne siamo ancora convinti», spiega, La lavorazione del documentario ha richiesto in tutto circa un anno e mezzo, racconta Mix, «con quattro o cinque viaggi in Georgia, Azerbaijan e Armenia», non senza ostacoli e difficoltà burocratiche.

Qual è il momento che ricorderà di più di questa esperienza?
Direi quando finalmente siamo riusciti ad ottenere i permessi per sorvolare i paesaggi aridi della depressione transcaucasica, dopo mesi di sforzi e difficoltà. Vedere e filmare dall'alto questo mondo antico è stato meraviglioso... I canyon, i letti dei fiumi, i vulcani di fango e la costa dell'eterno Mar Caspio.

Avete filmato molte specie, in habitat differenti. Quali sono state le più interessanti?
Sono rimasto sorpreso nel vedere che le gazzelle subguttorose, una specie che si è adattata agli ambienti più aridi, non solo bevono acqua salata, ma si avventurano anche nelle onde del Mar Caspio. 

Sta lavorando a nuovi documentari, in questo periodo?
Abbiamo appena concluso un progetto interessante in Etiopia, una storia sul lupo etiope che è a rischio di estinzione. Al momento sto realizzando delle riprese in Russia, lungo il grande fiume Volga, il più lungo d'Europa... a proposito, le sue acque danno vita al Mar Caspio! Il mio socio Yann Sochaczewski invece sta lavorando ad un progetto sullo straordinario mondo degli scoiattoli, e per il futuro stiamo ragionando su due degli ultimi spazi incontaminati nell'Artico russo e nel Gobi, in Mongolia. 

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