Isole nel tempo - Nate dal fuoco conquista Sondrio Festival 2017!

Due settimane di festival, sei serate di proiezioni, infinite emozioni grazie alle immagini dei film e alle parole degli ospiti. E ora l’avventura è arrivata al traguardo: nella serata di gala al Teatro Sociale la Mostra internazionale dei documentari sui parchi ieri sera ha incoronato i vincitori dell’edizione numero 31, opere e registi che entreranno nell’albo d’oro di una rassegna ammessa proprio quest’anno nell’Iamf, la prestigiosa associazione internazionale dei più grandi festival al mondo dedicati alla promozione della cinematografia della montagna.  Tre i premi assegnati dalla giuria internazionale di Sondrio Festival 2017 composta dal presidente Aldo Audisio e da Loredana Dresti, Jerome E. Freilich, Federica Gironi, Federico Santini e Klaus Scheurich.   Il primo premio “Città di Sondrio” – valore, 4mila euro – è andato a Isole nel tempo – Nate dal fuoco di Matt Hamilton, prodotto da Terra Mater Factual Studios in coproduzione con DocLights/Naturfilm e National Geographic Channel (Austria 2017).  «A seguito della collisione fra due mondi – recita la motivazione della giuria -, le isole tropicali a nord dell’Australia rappresentano uno degli ambienti con la maggiore biodiversità sulla terra. L’incontro fra elementi asiatici ed australiani nel corso delle diverse ere geologiche ha prodotto originali forme di adattamento negli animali e nelle piante che qui vivono. La diversa età delle isole ha determinato tempi diversi nell’evoluzione delle specie. Lavorando in condizioni eccezionalmente difficili, i documentaristi ci illustrano i tesori di un mondo sconosciuto, dimostrando altissime capacità tecniche nel campo della cinematografia naturalistica». 
A vincere il premio “Parco Nazionale dello Stelvio” – valore, 3mila euro – è stato Isar, l’ultimo fiume selvaggio di Jürgen Eichinger, prodotto da Jürgen Eichinger Filmproduktion (Germania 2016).  La motivazione: «Nel tratto superiore del suo corso, l’Isar è l’ultimo fiume libero della Germania meridionale, con una ricca vegetazione e nessun consistente impatto umano. L’autore ci conduce in un viaggio lungo l’Isar sottolineando, oltre alle dinamiche del fiume, l’importanza degli habitat e della vegetazione ripariale per la sopravvivenza della fauna locale».  Il film L’odissea dei lupi solitari di Volker Schmidt-Sondermann, prodotto da Zdf (Germania 2016) si è invece aggiudicato il premio “Regione Lombardia”, per il miglior documentario sugli aspetti naturalistici, culturali, paesaggistici ed economici delle aree protette all’interno dell’Unione Europea (valore, 3mila euro).  «L’odissea dei lupi solitari mostra le sfide da affrontare per la conservazione di uno dei più importanti superpredatori d’Europa – la motivazione della giuria -. Il documentario illustra l’odissea di due lupi che percorrono centinaia di chilometri, attraversando molte nazioni. Nel corso del loro epico viaggio i lupi si imbattono in numerosi ostacoli, dalle strade ai grandi fiumi e agli insediamenti umani, non privi di rischi. Il documentario mostra come l’uomo può vivere in armonia con il lupo, senza doverlo temere».   Ma ieri sera la Mostra internazionale dei documentari sui parchi ha consegnato anche due premi speciali, come vuole la tradizione. La giuria del pubblico ha assegnato il premio “Achille Berbenni”, sponsorizzato da Aevv Energie, a Figli di Enkai di Nacho Ruiz Rizaldos, prodotto da NaturaHD Films (Spagna 2017).  La giuria degli studenti, composta da ragazzi di due scuole superiori di Sondrio, ha invece scelto un film fra i quattro proposti dal Comitato scientifico del festival, che quest’anno ha selezionato documentari iscritti alla Midop e non in concorso, «incentrati su ricerche e progetti di conservazione della fauna». A conquistare il riconoscimento, The silent death of the lions (La morte silenziosa dei leoni), di Axel Gomille, prodotto da Zdf (Germania 2015). «Il film mette in luce una problematica attuale e poco conosciuta – hanno spiegato i ragazzi -, ovvero la relazione conflittuale tra i leoni e le popolazioni autoctone della Tanzania. Breve ma efficace, ha suscitato in noi grande interesse anche grazie alla definizione e alla varietà delle riprese che hanno evidenziato anche momenti cruenti e drammatici». 

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