“I Leopardi hanno bisogno di film che raccontino la loro storia, dobbiamo essere i loro ambasciatori”, un messaggio importante che i registi Dereck e Beverly Joubert vogliono consegnare nelle mani di quanti guarderanno il loro documentario “Un leopardo diverso dagli altri”. “Per 30 anni abbiamo filmato i super predatori in Africa, la maggior parte del lavoro è stato quello di documentare leoni e, più tardi, leopardi, specie che mantengono la giungla in equilibrio, senza predatori la natura selvaggia finirebbe per crollare. Ma osservando il tasso di sopravvivenza dei grandi predatori balza all'occhio il suo calo drastico. Il loro numero si è ridotto del 95% in 50 anni, passando da 700mila a 50mila”. Per girare il documentario in Botswana ci sono voluti 3 anni che hanno consentito ai registi di svelare ciò che accade al leopardo maschio in crescita, le sue sfide e la diversità dalle femmine che hanno ripreso in passato. Le loro giornate alla ricerca del leopardo iniziavano presto, quando ancora era buio, intorno alle 4. Impresa non affatto facile. “Come cercare un ago in un pagliaio, dice il proverbio”. A volte recandosi nella zona dell’ultimo avvistamento, o seguendone le tracce, o ascoltando i suoni della foresta, tutti i versi di allarme di scoiattoli, uccellini, scimmie ecc. . “Spesso l’abbiamo trovato in questo modo e, nelle giornate più fortunate, la mattina presto. Alcuni giorni ci sono volute nove ore e il sopraggiungere del buio ci ha costretto a riprendere la ricerca il giorno seguente”. Stare con un leopardo, arrivare a capire la sua unicità, il suo essere individuo con personalità specifica, capace di farci divertire, intento, allo stesso tempo, ad imparare ad essere un leopardo, sono state tra le esperienze per loro più gratificanti. “Tutti i nostri film (25 in totale) sono molto intimi e permettono al pubblico di fare un’esperienza virtuale nel luogo in cui sono stati girati. Spesso per farli impieghiamo dai 2 ai 7 anni”, veicolando, in un’ora, un messaggio di conservazione potente. Eterni nemici, leoni e iene, hanno dato l’avvio alla loro produzione. Con “Eye of the Leopard”, poi, il leopardo è diventato famoso in tutto il mondo e grande ambasciatori della specie. Ancora “The Last Lions” ha portato all'attenzione globale la situazione dei leoni. Questo novembre lanceranno un film dal titolo “Game of Lions” per il canale National Geographic e un altro, intorno a giugno 2014, sugli elefanti che hanno ripreso nel corso degli anni. “Speriamo di creare un film che celebri l'anima dei pachidermi, per attirare l'attenzione sulle loro uccisioni senza senso. Vogliamo così provare a fermarne il massacro”. Nei confronti di Sondrio Festival nutrono ammirazione “per l'attenzione che crea su questioni di fauna selvatica. L’abbiamo scelto per presentare il nostro lavoro per raggiungere le persone in tutto il mondo, che guardino non solo all’aspetto creativo ma anche soprattutto al messaggio di conservazione. L’evento ci permette di aprire una discussione. Ci sarebbe piaciuto essere presenti ma abbiamo la scadenza finale del prossimo film”.