Prosegue la Mostra internazionale dei documentari sui parchi, all’insegna della comunicazione di una natura da ammirare e rispettare.
L’acqua nella sua forma solida ha rubato la scena della 5^ serata di Sondrio Festival. Sul palco durante le Conversazioni letterario- scientifiche sono saliti Claudio Smiraglia, professore ordinario di Geografia fisica e Geomorfologia presso l’Università degli studi di Milano e Riccardo Scotti, geologo Università Milano-Bicocca, Comitato glaciologico italiano, interrogati dal giornalista Piero Carlesi, per dare un assaggio dello stato di salute dei nostri ghiacciai (discorso che sarà sviluppato questa mattina nel convegno ad hoc, sempre all’interno della tensostruttura). “La situazione è abbastanza negativa - esordisce Smiraglia, socio onorario del Cai per la sua attività scientifica, supportato da Scotti – anche se meno degli scorsi anni, in base ai bilanci glaciali”. Per risollevare le sorti dei ghiacciai, il clima dovrebbe cambiare notevolmente e le precipitazioni impennarsi, con buona pace del comparto turistico. A supportare le osservazioni degli esperti, immagini emblematiche che mostrano una situazione drasticamente mutata da ieri ad oggi. “Lentamente e inesorabilmente le nostre Alpi, che ricordiamo bianche, stanno diventando nere da detriti”. E per il futuro? “Possiamo immaginarle senza ghiaccio. Montagne grigie e scure: pietraie che, però, riservano sorprese, come la colonizzazione della vegetazione pioniera (fiori, pascoli e salici nani)”. Difficile salvarli da questo destino, dipendente dal drastico mutamento del clima e dall’effetto serra, triste soprattutto per chi li ha sempre studiati. L’amore per i ghiacciai emerge chiaro nelle parole dei due studiosi durante il breve dibattito che sfata anche un luogo comune, che la regressione dei ghiacciai porti ad avere mancanza d’acqua.
L’intensa serata di ieri, dopo un pomeriggio dominato dal primo cortometraggio di animazione fuori concorso, Gypaetus Helveticus di Marcel Barelli, ha visto la presentazione della proposta "Turismo Green" (progetto con capofila la Cciaa di Sondrio), della Camera di Commercio di Varese, con il suo dirigente Pietro La Placa. Un assaggio di natura a noi vicina per poi passare ad altri ambienti. Quelli dell'Appennino Tosco-emiliano con "Il pastore e la montagna" di Valter Torri, attraverso il tribolato rapporto interiore di chi vive giorno per giorno a contatto con immensi silenzi e natura incontaminata o, ancora, quelli del lago "Chilika- gioiello dell'Odisha" di Shekar Dattatri, la più grande laguna d’acqua dolce dell’Asia, fonte di sostentamento di animali e uomini. Un cammino tra le bellezze selvagge fino "Ai confini della terra" di John Grabowska, ad ammirare l’Alaska, sogno di ogni regista, con le sue distese infinite, i suoi orsi giganti e i corsi d’acqua imponenti. Sul palco, a presentare i rispettivi lavori, Valter Torri e Roy Wood, co-producer e grande amico di John Grabowska.
A regnare sovrane, come sempre, le emozioni, quelle della conoscenza, che non si spengono la mattina di oggi, penultima giornata di questa avventura naturale. Come anticipato, si parte riscoprendo i segreti dell’acqua nella sua forma solida, grazie al contributo di Claudio Smiraglia “Ghiacciai antenne del cambiamento” e le più recenti ricerche illustrate da Scotti. Parole che si fondono con le immagini del documentario fuori concorso “Sulle tracce dei ghiacciai: missione Caucaso”, di Marco Preti.
Nella splendida cornice della Val di Mello, regno di sassisti e scalatori, si muove poi la narrazione dell’altro documentario fuori concorso, Patabang, diretto da Andrea Frigerio (in sala Jacopo Merizzi, Paolo Masa, Simone Pedeferri, insieme al regista e al direttore di produzione Stefano Scetti) seguito, la sera, dalla presentazione del “Turismo green” della camera di Commercio di Sondrio.
Un incontro cui proprio non si può mancare, è quello di questa sera (20.45) con la madrina d’eccezione della 27^ edizione di Sondrio Festival, Tessa Gelisio, giornalista e volto televisivo di “Pianeta Mare” e “Lo spettacolo della natura” di Rete4. Dopo la scenografica presenza di “fiori d’acqua- coreografie di luce” ecco che torna il piatto forte, la natura, vissuta tra lo scorrere maestoso ed inesorabile del Danubio nel documentario “Danubio, l’Amazzonia d’Europa-Foreste, alluvioni e gelo” di Michael e Rita Schlamberger e le riserve del Botswana, nelle vicende straordinarie di una femmina di licaone, ritratte da “La leggenda del cane selvaggio” di Joe Kennedy.