Quest’anno a presiedere la Giuria di Sondrio Festival un ospite di grande prestigio. Franco Brevini, docente di Letteratura italiana contemporanea allo Iulm di Milano e all’Università di Bergamo, nonché autorevole firma di alcune fra le più illustri testate giornalistiche, è infatti impegnato in questi giorni fra le sale di Palazzo Martinengo a Sondrio per visionare le 12 pellicole ammesse alla 26esima edizione della Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi.
Docente, giornalista, scrittore e saggista, Brevini ha pubblicato una ventina di volumi fra cui Pasolini, Poeti dialettali del Novecento, Le parole perdute. Dialetti e poesia nel nostro secolo, La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento, Un cerino nel buio. Come la cultura sopravvive a barbari e antibarbari, Voci di Lombardia, La letteratura degli italiani e L’invenzione della natura selvaggia, in uscita a febbraio 2013.
Finissimo letterato ma anche infaticabile alpinista e viaggiatore, Franco Brevini ha compiuto centinaia di scalate in tutto l’arco alpino e ha realizzato numerose traversate nell’Artico. Nel 2002 è stato responsabile scientifico per l’Anno Internazionale delle Montagne indetto dall’ONU e nel 2003 ha coordinato la ricerca «Montagne e comunicazione» promossa dalla Società economica valtellinese; nello stesso anno è stato direttore scientifico del Progetto «Montagne Sicure» varato dal Governo italiano e gestito dall’Istituto Nazionale di Ricerche sulla Montagna in collaborazione con diversi altri enti; sempre nel 2003 ha condotto su Rai3 la trasmissione settimanale QM-Qui Montagne; nel 2005 è stato Direttore della Comunicazione dei Campionati Mondiali Fis di sci alpino a Bormio.
Italianista con una passione viscerale per la natura: chi più adatto di lui a presiedere la Giuria Internazionale di Sondrio Festival? “Terminato da poco di scrivere il mio ultimo libro ‘L’invenzione della natura selvaggia’, una ricerca sul perchè, quando e come nasce la natura, mi è stato proposto di presiedere questa giuria e io ho accettato di buon grado - confessa il professor Brevini -. In queste ore ci stiamo occupando di visionare i documentari e la cosa che più mi colpisce è l’eccellente qualità tecnica e scientifica delle opere; nei film in concorso non c’è spazio per alcuna approssimazione e ho riscontrato un grande sforzo comunicativo di divulgazione al pubblico che mi ha fatto ben sperare”.
Un Festival di caratura internazionale al quale non poteva certo mancare un ospite di prestigio come il professor Brevini. “Il Festival è un’importante iniziativa perchè oggi c’è una grossa domanda di ambiente. Purtroppo per anni abbiamo cercato di segare il ramo su cui eravamo seduti e ora abbiamo superato ogni limite. Finchè l’ambientalismo resterà imbrigliato esclusivamente nei protocolli non farà mai leva sulle emotività. Per sviluppare una coscienza ambientale, infatti, è necessaria una partecipazione empatica e le immagini sono lo strumento più adatto per far presa sul pubblico. I documentari, presentando le meraviglie del mondo naturale, contribuiscono in modo efficace a sensibilizzare le coscienze sul tema della tutela ambientale”.
E sulla qualità delle pellicole in concorso il presidente della giuria non ha alcun dubbio: “I film che abbiamo visionato sono tutti di buon livello, con numerose punte di ottimo livello - anticipa -. Appare definitivamente superata la visione disneyana della natura e abbandonata ogni edulcorata forma di amore per l’ambiente che preclude la vera comprensione dei meccanismi naturali”. Un giudizio più che positivo sulla manifestazione e sui suoi protagonisti, una valutezione che fa ben sperare sul futuro della Mostra Internazionale dei Documentati sui Parchi, alla continua ricerca di forza comunicativa e rigore scientifico.