Dopo trent'anni, un nuovo inizio «con un pizzico di sfida e di coraggio» per continuare il cammino coinvolgendo sempre più il pubblico e le nuove generazioni e trasmettere un messaggio fondamentale: «Qualcuno diceva che la bellezza salverà il mondo, ed è vero, ma la biodiversità è la chiave per la nostra sopravvivenza su questo pianeta». Così la presidente di Assomidop Marina Cotelli ha presentato l'edizione 2017 di Sondrio Festival, che ha debuttato ieri in un Teatro Sociale con il “tutto esaurito”: una sfida, perché la manifestazione si presenta con una formula completamente rinnovata, e il legame con il passato perché lo spirito della Mostra internazionale dei documentari sui parchi non è cambiato. Parchi che sono al centro dell'attenzione proprio perché scrigni di biodiversità ed equilibrio ambientale, ha sottolineato Cotelli: «Incontreremo tante persone, avremo tante storie da raccontare, vedremo immagini stupende – ha detto la presidente di Assomidop -, ma non badate solo alla bellezza delle immagini, non fermiamoci lì perché le aree protette sono luoghi di quella ricchezza che consente al pianeta di vivere».
Proprio per questo messaggio la Midop ha fatto tanta strada in questi anni e altrettanta ne ha davanti, ha sottolineato il sindaco Alcide Molteni nel suo saluto istituzionale: «I temi che affrontiamo qui, in questa rassegna, sono all'attenzione di tutto il mondo – ha rimarcato -, la salvaguardia del territorio nel contesto della globalizzazione è un elemento chiave per il futuro. Oggi più che mai, di fronte ai cambiamenti che il nostro sguardo e la nostra stessa memoria ci fanno percepire sulle nostre montagne, sui nostri ghiacciai, dobbiamo capire che siamo abitanti di una realtà speciale e dobbiamo proteggerla in modo consapevole».
Un messaggio chiaro, che Sondrio Festival – come vuole la tradizione – accompagna sempre anche con il sorriso e la meraviglia: ad aprire la serata è stata un'esibizione di danza tannura, ispirata alla danza dei dervisci, in cui Aiman ha strappato applausi al pubblico del Sociale con ritmi vertiginosi e suggestivi effetti cromatici. E non poteva mancare la conversazione con gli ospiti, un classico della Midop: sul palco, insieme alla conduttrice Gigliola Amonini, l'attore e doppiatore Andrea Piovan, ormai un grande amico di Sondrio Festival, che ha raccontato con entusiasmo la sua esperienza con i ragazzi nei laboratori condotti in settimana e ha svelato alcuni dei segreti dell'arte del doppiaggio, in cui la scuola italiana – si sa – eccelle nel mondo. Ma grandi protagonisti della serata sono stati i film, naturalmente: Dura come la roccia: la vita nelle Badlands di Mike Birkhead, con immagini mozzafiato per raccontare un ambiente estremo del South Dakota, e Azzorre – Danza intorno al vulcano di Erich Pröll, che ha portato il pubblico a tuffarsi nella natura dell'arcipelago nell'Atlantico, sopra e sotto la superficie dell'acqua per scoprire cetacei e uccelli migratori.
Oggi Sondrio Festival partirà già al pomeriggio, con la consueta replica dei film in concorso: appuntamento alle 16 al Teatro Sociale, per rivedere i due documentari presentati ieri, accompagnati dai “Tè dal mondo” con la Bottega della Solidarietà. Alle 18,15 sarà proiettato il film fuori concorso Storia per un teatro vuoto, del regista Aleksandr Balagura e del fotografo valtellinese Cesare Bedognè, ispirato al romanzo autobiografico Oltre l'azzurro di Bedognè, che intreccia foto, frammenti diaristici, musica classica, poesia e sequenze riprese in un sanatorio abbandonato sulle Alpi e sull'isola greca di Lesvos.
Stasera invece il pubblico potrà scoprire altri tre dei 15 film in concorso: di scena, Isole nel tempo – Nate dal fuoco (Islands in Time - A Wildlife Odyssey - Born of Fire) di Matt Hamilton, Storia di una leonessa, 50 anni dopo (A Lion’s Tale) di Tania Esteban e La vita segreta dei serpenti (The secret life of snakes) di Kurt Mündl, senza dimenticare i cortometraggi fuori concorso Sval and Bard e Diverso è solo il punto di vista. Prima di tuffarci nelle immagini di Indonesia, Kenya e Austria, però, incontreremo un ospite d'eccezione: sul palco, per la seconda serata di Sondrio Festival 2017, il sociologo Domenico De Masi, intervistato da Giancarlo Cattaneo di Radio Capital e da Gigliola Amonini. De Masi è un volto noto e familiare al grande pubblico grazie alle sue doti di divulgatore, che ne fanno ospite abituale di dibattiti e trasmissioni tv: professore emerito di sociologia del lavoro all'Università La Sapienza di Roma, teorico dell'“ozio creativo” e del “lavorare gratis, lavorare tutti”, ha pubblicato numerosi saggi e collabora con le maggiori testate italiane. Dal 2010 è cittadino onorario di Rio de Janeiro, in Brasile, Paese dove molti suoi libri sono tradotti e il suo pensiero è molto diffuso. Ad aprire la serata ci sarà anche la presentazione del laboratorio “Natural Voice”, aperto a tutti, che Andrea Piovan e Franca Grimaldi terranno domani pomeriggio nell'ambito del “Festival in famiglia”.
Appuntamento alle 20,30 al Teatro Sociale, dunque, per un'altra serata nel segno della natura: l'ingresso è gratuito, come sempre, e non sono previste prenotazioni dei posti.