"Ho realizzato delle prime riprese d'un film sugli animali che vivono negli abissi nel 2011, su una nave di ricerca ed è stato proprio in quell'occasione che ho incontrato gli scienziati specializzati nello studio degli esseri che vivono vicino a bocche idrotermali abissali. Sono stato affascinato nell'apprendere che questi ultimi riescono a sopravvivere grazie all'associazione che hanno creato con batteri simbiotici", questo l'approccio che il regista Jean - Yves Collet , ha avuto con il soggetto del suo film: "Abissi – le alleanze delle profondità". Gli scienziati stavano preparando una missione speciale per il 2013 così il regista ha deciso di scrivere una storia per la televisione che è stata accettata da France 5 e France a Ushuaia TV. "Più gli studiosi si sono interessati ai fenomeni di simbiosi tra gli animali, così come nelle piante, più si sono resi conto che le associazioni reciprocamente vantaggiose hanno avuto un ruolo chiave nell'evoluzione degli esseri viventi sulla terra. Le riprese sulla nave sono durate tre settimane, le immagini negli abissi sono state girate grazie alle camere posizionate su robot Victor 6000 che effettuava delle immersioni di 36 ore". In questo la difficoltà: "Ho dovuto ordinare centinaia di ore di immagini subacquee, e si doveva essere sul chi va là di giorno come di notte. Un lavoro ancora più faticoso dato che l'equipaggio era composto solo da due persone. Prima dell'impresa, ho dovuto fare un gran lavoro con gli ingegneri del robot per potenziare al massimo la qualità dell'immagine dei filmati. Abbiamo messo a punto una camera autonoma in una cassa in titanio che ci ha permesso di realizzare immagini molto belle dello stesso robot. La camera è stata posizionata sul fondale sopra un treppiede dal robot, una messa in posa particolarmente difficile a causa della pressione e delle correnti sottomarine. Inoltre, con questa camera differentemente da quella del robot, abbiamo filmato ciechi, riuscendo in ogni caso ad ottenere superbe immagini di Victor che non erano mai state realizzate". Il regista e la suoa troupe ha girato in tre posti diversi, Menez Gwenn a 800 metri di profondità, Lucky Strike a 1700 e, infine, Rainbow a 2300 metri. "Quest'ultimo aveva gayser vulcanici particolarmente superbi, lo spettacolo è strabiliante, con migliaia di gamberetti Rimicaris". Nella sua carriera, Collet ha girato circa 40 documentari su natura e ambiente. "I miei due preferiti sono "Guerra e pace nel Giardino", girato per più di 6 mesi in un giardino di casa in Gran Bretagna, e "La Louve d'Abyssine" altopiani di Bale, Etiopia. Questi film sono stati un grande successo internazionale. Recentemente ne ho realizzato uno sui pesci del Rodano e un altro sulla storia della competizione scientifica futura della paleatropologia. Ho preparato un film sulla fluorescenza sottomarina ma per questo non ho ancora la diffusione così come altri attendono il finanziamento". Conosce Sondrio Festival da molti anni, ma tutti i suoi film non sono stati girati in aree protette e, quindi, non potevano essere presentati. "Non sono mai stato in questa parte d'Italia - confessa- ma ho passato tutta la mia infanzia a poche decine di chilometri dal confine italiano e ho avuto l'opportunità di girare a Torino, Milano, Bologna, Sicilia, Lecce e Ancona. Mi piace l'Italia, un Paese in cui mi sento bene". Quando ci torna non perde occasione per guastarsi un buon piatto di pasta!