Da secoli l’uomo dà la caccia e uccide spietatamente e indiscriminatamente il lupo. Questa specie è stata così spinta sull’orlo dell’estinzione nella maggior parte delle zone selvagge, dove un tempo questo predatore si trovava in cima alla catena alimentare. Yellowstone, il primo parco nazionale al mondo, non ha fatto eccezione. L’uomo ha creato e protetto questa landa selvaggia plasmandola secondo il proprio ideale di perfetto paradiso naturale. Quest’idea di paradiso non comprendeva uno spazio pei i lupi e nel 1926 l’ultimo esemplare nel parco fu ucciso. Senza il super predatore il parco si è però trovato ad affrontare un problema inaspettato: la popolazione di wapiti è aumentata vertiginosamente e il loro pascolo ha provocato una drastica riduzione della bassa vegetazione (oppure della vegetazione arbustiva e del rinnovamento forestale) in tutto il parco. 70 anni dopo, nel 1995, il Parco Nazionale di Yellowstone ha reintrodotto i lupi dal Canada e nel giro di un paio d’anni questa popolazione è rifiorita. Grazie alla predazione sui wapiti, principali prede del lupo, la vegetazione ha potuto nuovamente prosperare creando così nuovi habitat per altre specie. Il risultato? La reintroduzione del lupo si è rivelata una benedizione per Yellowstone. La presenza di questo predatore, un tempo cacciato, ha contribuito a ripristinare l’equilibrio di quest’area protetta.