Gli uccelli del parco di Yellowstone e l'acqua che ha modellato l'Austria nei documentari in concorso. Massimiliano Ossini e l'elogio della lentezza nella conversazione
La prima serata di Sondrio Festival, andata in scena ieri sera al Teatro Sociale, verrà ricordata per gli uccelli di un epico Yellowstone, per l'acqua che ha modellato l'Austria, per i moniti non scontati di un divulgatore appassionato, Massimiliano Ossini. Il pienone annunciato in sala e un grande apprezzamento per i primi due documentari in concorso: una serata piacevole e insieme impegnata, com'è nella consuetudine della manifestazione, in cui i messaggi lanciati dall'ambiente sono risuonati in maniera forte, in una contaminazione di linguaggi, fra immagini e parole.
Il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini ha ufficialmente aperto ieri la XXXIII edizione di Sondrio Festival, la Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, augurandosi che il suo successo bissi quello grandioso ottenuto soltanto una settimana fa dalla Wine Trail. Due eventi che ci restituiscono una città sempre più internazionale con un suo posto nel mondo di chi si occupa di ambiente. Un lavoro condiviso con partner e sponsor, coordinato dal direttore Simona Nava, di cui va orgogliosa l'assessore alla Cultura e presidente di Assomidop Marcella Fratta: tanta gente, grande sensibilità e una varietà di appuntamenti. Di occasione straordinaria ha parlato il prefetto Paola Spena, per un luogo che non è solo neve, ma cultura e natura. Una provincia dalla quale si è accomiatata ufficialmente, prima dell'imminente trasferimento, richiamando le parole del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe: ≪Che la Madonna vi sia sempre vicino≫. La serata, condotta con brio e professionalità da Gigliola Amonini, è proseguita con la presentazione di Cast, il Castello delle storie di montagna, con l'intervento del suo curatore Marco Albino Ferrari: non un museo ma un contenitore, un percorso narrativo su tre piani, per scoprire la montagna attraverso l'arrampicata, l'alpinismo e l'ambiente. Un invito a visitarlo approfittando delle aperture straordinarie in concomitanza con Sondrio Festival: da giovedì a domenica dalle 10 alle 18.
Massimiliano Ossini, tornato sullo stesso palcoscenico due anni dopo la prima apparizione, intervistato da Giancarlo Cattaneo di Radio m2o, ha aperto come meglio non avrebbe potuto le conversazioni di Sondrio Festival. Ha parlato della sua passione per l'ambiente, iniziata negli anni della trasmissione "Geo", dei suoi modelli televisivi, Piero e Alberto Angela, del desiderio di conquistare il pubblico giovane che vuole tutto subito, che non apprezza la lentezza. Il suo libro, un grande successo editoriale, s'intitola "Kalipè", il passo corto e lento tibetano, una metafora della vita, perché, secondo Ossini, bisogna cominciare a rallentare, a recuperare il senso di comunità, a ritrovare la piazza. Il suo impegno è per far emergere le situazioni positive, e sono molte, coperte da quelle negative, per svegliarsi ogni giorno con il sorriso. Il suo intervento è stato intervallato da applausi da un pubblico che ha seguito con partecipazione, colpito dal suo trasporto. Ha concluso con una promessa, tornare a Sondrio l'anno prossimo per partecipare alla Wine Trail, e con un arrivederci a presto: nei primi giorni di dicembre sarà in Valtellina per registrare una puntata di Linea Bianca, che dal 30 novembre sarà di nuovo in onda su Rai Uno.
I primi due documentari in concorso hanno impressionato per la spettacolarità delle immagini e la leggerezza del racconto. "Yellowstone epico: vivere in volo", di Jeff Reed, rivela un luogo magico, il primo parco naturalistico istituito negli Stati Uniti nel 1872. I protagonisti sono gli uccelli che lo popolano, pochi durante l'inverno, moltissimi durante la breve stagione rigogliosa: le gru canadesi che scelgono una palude isolata per il proprio nido, falchi, rondini, aquile reali, merli e azzurrini montani. Yellowstone è miliardi di litri di acqua, ma soprattutto è foreste che lo ricoprono per l'80%. L'occhio del regista si sofferma sul falco pescatore che deve far nascere i piccoli affinché abbiano il tempo di imparare a volare prima della migrazione autunnale: il piccolo falco, prima timido poi maestoso, viene ripreso impegnato nel primo volo. L'estate sta finendo, è tempo di migrare ma con la primavera gli uccelli ritorneranno. A seguire l'Austria raccontata attraverso l'acqua, l'elemento che più di ogni altro l'ha modellata, dalle montagne nelle quali nasce alle pianure che percorre fino al Danubio. Nel documentario dal titolo "L'Austria selvaggia creata dall'acqua", ambientato nei parchi nazionali austriaci, Rita e Michael Schlamberger, ritraggono un paese ai più sconosciuto. La pioggia può trasformare piccoli ruscelli in fiumi violenti, può trascinare la ghiaia che si sedimenta dando vita a foreste in miniatura. Al riparo dai predatori e dal freddo nascono nuove generazioni di smerghi maggiori: il battesimo dell'acqua è una danza, il riposo sul dorso della madre un rituale. L'acqua modella l'ambiente in milioni di anni o in un giorno solo: è il più grande tesoro austriaco. Per chi se li fosse persi, i due documentari si potranno vedere nella replica pomeridiana di oggi alle ore 16, sempre al Teatro Sociale.
Il primo dei due weekend di Sondrio Festival prosegue oggi con tre ospiti e due documentari per la seconda serata di Sondrio Festival, ma anche con un film fuori concorso, "Il sorriso del gatto", di Karine de Villers e Mario Brenta, alle ore 18.15, le mostre e l'attività didattica. L'apertura, alle ore 20.30, sarà dedicata agli insetti con la conversazione su un mondo sorprendente ma vulnerabile, la cui attenta analisi ci rivela aspetti tutt'altro che rassicuranti. A parlarne saranno Francesco Tomasinelli, fotogiornalista e curatore di mostre scientifiche, Marco Castellazzi, autore e conduttore televisivo, ed Emanuele Biggi, fotografo naturalista e conduttore, uniti dal comune impegno per la trasmissione "Geo", in onda ininterrottamente dal 1984 su Rai Tre. "Nella mente della balena" di Rick Rosenthal, è ambientato negli oceani, in varie zone del pianeta, e segue questi giganti per analizzarne i comportamenti. Con "Il ghepardo asiatico dell'Iran", una specie a rischio di estinzione, il regista Fathollah Amiri porta per la prima volta al concorso di Sondrio Festival un documentario ambientato nei parchi nazionali del paese asiatico.