Un micro cosmo dai colori spettacolari si muove delicatamente sotto la lente d’ingrandimento di Yves Lanceau e Nathalie Truchet, nel loro documentario “Le sorprendenti farfalle d’Europa”.
Ecco il racconto di Lanceau.
“Gli insetti mi hanno affascinato fin dall’infanzia. Ho iniziato con la fotografia, fornendo, per 40 anni, reportage e scatti a riviste e libri francesi, tradotti anche all'estero. Ho pubblicato alcuni servizi su Airone e Oggi Natura negli anni ‘70-‘80. La conversione al video, l’abbiamo iniziato insieme, Nathalie e io, ed è naturale che ci siamo rivolti alle farfalle, la cui sola fotografia non bastava più”.
Per quanto tempo avete girato?
“Abbiamo lavorato quattro anni per unire queste immagini, lasso di tempo in cui abbiamo altresì fornito le immagini del comportamento animale a due film in onda su Arte. Durante i primi due anni, abbiamo, al contempo, portato a compimento la nostra conversione della foto al video”.
Ci sono stati particolari problemi durante le riprese?
“Tra le difficoltà la presenza di vento, molto scomodo per le macro, e il capire la sequenza di spaccati di vita degli insetti, perché spesso queste sequenze si verificano solo pochi giorni l'anno. Infine, la scarsità di farfalle. Abbiamo passato giorni e notti in attesa di intercettare gli eventi. Per questo, tra le altre cose, l’essere in due è stato molto profittevole”.
Quali gli aspetti più interessanti del lavoro?
“I momenti migliori sono stati durante la visione delle prime foto scattate con la nostra macchina fotografica ad alta velocità: la scoperta e la magia di farfalle che volano è stata la ricompensa per l'enorme sacrificio fatto per l'acquisto di questa fotocamera. Ma, comunque, ogni impupamento, ogni nascita di una farfalla sono sempre momenti meravigliosi, di grande bellezza ed emozione”.
Quanti documentari avete girato nella vostra carriera?
“Abbiamo fatto un primo piccolo film (5 '30) nel 2010 dal titolo “Metamorphosis papilionum”, padre di “Etonnants papillons d’Europe, l’envol par nature”. Nel frattempo abbiamo contribuito notevolmente ai film di Vincent Amouroux “Le règne de l’araignée” e “Chenilles processionnaires du pins” per Arte. Abbiamo anche realizzato due piccoli film tra “Etonnants papillons d'Europe” e “Messire deï Parpaillouns” (che abbiamo appena finito).
Quale la componente più importante del vostro lavoro?
Partecipare a progetti che educano il pubblico a scoprire le bellezze della natura, i gravi problemi di inquinamento, e lo sviluppo di parchi, ultimo rifugio per molte specie. Quale osservatore di farfalle da 50 anni, posso fare purtroppo tristemente considerare la scarsità di molte specie. Vi è un urgente bisogno di aumentare la consapevolezza in modo che tutti, insieme, possiamo correggere le nostre cattive abitudini.
Progetti futuri?
“Abbiamo appena ultimato “Messire Deï Parpaillouns e Segnour Jasius” che si svolge in Provenza che sarà presentato la prima volta tra qualche giorno. Abbiamo altri progetti sulla cicala, Mantide religiosa, un uomo che ha speso la sua vita per proteggere le tartarughe marine, e un film storico sul primo fotografo naturalista francese, ma nulla è ancora deciso, aspettiamo risposte dai produttori. Non è facile in questo momento trovare i finanziamenti, e noi non siamo certo eccellenti venditori.
Cosa ne pensa del Festival e della Valtellina?
Il festival ha una reputazione molto buona e siamo felici ed orgogliosi di essere stati selezionati per partecipare. Non vediamo l'ora di scoprire l’evento e la terra che lo ospita. Inoltre, ho una naturale attrazione verso l'Italia perché mia nonna era italiana.
I delicati colori del microcosmo - Intervista a Yves Lanceau